mercoledì, Aprile 24, 2024

A Corleone Amap, Iacp e Inail nell’ex villa del boss

CORLEONE. Le sedi di Amap, Iacp e Inail nell’ex villa del boss Rosario Lo Bue. Gli uffici entro settembre troveranno post nell’ex abitazione della famiglia in via Salvatore Aldisio. Dove attualmente sono ospitati il Consorzio Sviluppo e Legalità e l’Ufficio comunale Case popolari. Lo ha deciso l’amministrazione comunale che ha sottoscritto delle apposite convenzioni con i tre enti. L’immobile è stato sgomberato due anni fa, dopo un provvedimento dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati.

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“Volevamo impiegare al meglio questi locali – fa sapere il sindaco Nicolò Nicolosi -, anche perché non utilizzarli avrebbe voluto dire sprecare una risorsa importante qual è un bene confiscato alla mafia. Abbiamo dunque pensato di dare ospitalità a servizi di carattere comprensoriale che possano essere utili ai cittadini e al territorio del Corleonese”.

Lo sgombero della casa su due piani di Rosario Lo Bue, abitata dai suoi familiari, è avvenuto nel giugno del 2017. Da quel momento, il bene è stato assegnato in via definitiva al Comune per la sua gestione.

Rosario Lo Bue è un pastore, fratello di Calogero Giuseppe, che fu arrestato nel 2006 con l’accusa di aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano. Lo Bue sarebbe stato uno dei suoi vivandieri. Rosario Lo Bue fu invece arrestato prima nel 2008 nel corso dell’operazione dei carabinieri “Perseo”, e poi nel 2015 nell’operazione antimafia “Grande Passo 3”. A maggio di quest’anno i militari dell’Arma hanno sequestrato un milione e mezzo di beni alla famiglia del boss. Il provvedimento, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, ha riguardato un’abitazione, un magazzino, 17 terreni, un mezzo agricolo, tre società, un fondo comune d’investimento, due polizze vite e venti conti correnti.

Il caso del bene confiscato in via Aldisio è stato anche al centro di un recente Consiglio comunale: i consiglieri di opposizione avevano chiesto che venisse affidato alle associazioni. “In quella occasione – sottolinea il sindaco – abbiamo fatto presente che ciò non è possibile. E la motivazione è semplice. La struttura è stata affidata al Comune per fini istituzionali”. Di qui la scelta di Amap, Iacp e Inail. (LEAS)

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