venerdì, Marzo 29, 2024

Accesso ispettivo al Comune di Mezzojuso

MEZZOJUSO. Si è insediata oggi la Commissione di indagine antimafia. A firmare il decreto ieri è stato il Prefetto di Palermo Antonella De Miro. Lo scopo è “verificare la sussistenza di elementi comprovanti la condizionabilità dell’Ente locale da parte della criminalità organizzata”.

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“Sono molto sereno – commenta il sindaco Salvatore Giardina –. Ho sempre operato con legalità e trasparenza. E quando ci siamo insediati, due anni fa, abbiamo rinnovato i dirigenti comunali in tutti i settori. e sul caso della sorelle Napoli abbiamo fatto tutto ciò che era possibile”. “Paradossalmente – fa sapere il primo cittadino – sono contento perché si potrà chiarire e chiudere una vicenda che credo sia frutto di un effetto mediatico, dietro al quale potrebbe esserci una regia politica. Come dimostrano le dimissioni di due anni fa da parte dei consiglieri d’opposizione”.

Indagine anticipata dal ministro Salvini

L’accesso ispettivo era stato preannunciato dal Viminale sabato scorso. Giorno in cui è stata diffusa la notizia della decisione del Ministro dell’Interno Matteo Salvini di inviare a Mezzojuso degli ispettori ministeriali. La decisione è arrivata al culmine di una bufera mediatica che da oltre un anno ha investito il piccolo Comune di origini greco-albanesi. Al centro della polemica c’è il caso delle sorelle Napoli, che da dodici anni denunciano intimidazioni e minacce da parte della mafia dei pascoli.

La vicenda, balzata all’attenzione della cronaca nazionale, da oltre un anno è oggetto di attenzione da parte della trasmissione “Non è l’Arena” di Massimo Giletti. Durante un dibattito infuocato, trasmesso in diretta lo scorso 12 maggio a favore di telecamere, è emerso che l’attuale sindaco Salvatore Giardina aveva preso parte nel 2006 alla tumulazione del boss Nicola La Barbera. All’epoca Giardina, che ha poi smentito la sua presenza, ricopriva la carica di assessore. “Non ci possono essere dubbi o vicinanze: se c’è un funerale di un mafioso, un uomo dello Stato non ci va”, ha commentato alcuni giorni fa il ministro Salvini.

Tre mesi di indagini col rischio scioglimento

Il Prefetto due giorni fa ha nominato la Commissione di indagine e il relativo gruppo di supporto e di consulenza. Ne fanno parte un Viceprefetto con funzioni di coordinamento, un Vice Questore, un Maggiore dell’Arma dei Carabinieri, un Tenente Colonnello della Guardia di Finanza e un Funzionario economico finanziario dell’Amministrazione civile dell’Interno. I commissari avranno a disposizione tre mesi, prorogabili di ulteriori tre, per accertare se ci sono state forme di condizionamento tali da compromettere il buon andamento o l’imparzialità della macchina amministrativa. Per farlo passeranno al setaccio gare d’appalto, affidamenti, incarichi, concessioni edilizie e tributi.

Al termine degli accertamenti la commissione presenterà le proprie conclusioni al prefetto. Che entro quarantacinque giorni, sentito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, invierà al Ministro dell’Interno una relazione nella quale si dà conto della eventuale sussistenza di “concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso”. Solo in questo caso è previsto lo scioglimento del Consiglio comunale.


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