sabato, Aprile 20, 2024

Definì pagliaccio un concittadino: per i giudici non fu offesa

ROCCAMENA. Diede del “pagliaccio” ad un concittadino in Consiglio comunale, ma non lese il suo onore e la sua reputazione.

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Rigettata nei giorni scorsi la richiesta di sentenza di responsabilità civile e di risarcimento presentata nei confronti del sindaco Tommaso Ciaccio. A pronunciarsi è stato il Giudice di Pace di Corleone a cui si era rivolto Roberto Mirandola, assistito dall’avvocato Giuseppe Nobile. Per il giudice Giovanna Cannizzaro la richiesta “è infondata nel merito e non va accolta”.

Ad assistere il sindaco c’erano gli avvocati Laura Sanfratello e Simona Catalano. Un procedente procedimento in sede penale era già stato archiviato perché il reato di ingiuria è depenalizzato. Ma anche in sede civile non è andata meglio a Mirandola, che dovrà pagare oltre 1500 euro di spese processuali.

Il giudice ha rigettato anche la richiesta di risarcimento di 5 mila euro per danno di immagine presentata dal sindaco e dal Comune. Il danno non è stato provato né, vista la cifra richiesta, può essere liquidato dal Giudice di Pace.      

I fatti del 2015

I fatti risalgono al 16 giugno del 2015: nell’atto di citazione Mirandola riferì di essere stato insultato dal sindaco con l’espressione “pagliaccio”, accompagnata da una “pernacchia”. Il tutto durante un’accesa seduta consiliare. Sostenne anche che, nei giorni successivi, altrui compaesani usarono quell’espressione nei suoi confronti e in presenza del figlio minorenne. Di qui la richiesta di danni.

Il processo civile

Durante il processo i testimoni hanno però riferito di intemperanze ad opera di Mirandola, che quel giorno: “disturbava con fischi, applausi e mangiava noccioline”. Il cinquantenne infermiere da tempo non lesina critiche agli amministratori locali attraverso il gruppo Facebook “La voce di Roccamena”. Dopo aver sentito alcuni testimoni, il giudice ha concluso che «non è emersa conferma sulla “pernacchia” né sulla circostanza che i paesani appellassero, a seguito dell’accaduto, il Mirandola “pagliaccio”. E’ di plateale evidenza che Ciaccio, nell’adottare l’appellativo “pagliaccio”, ha fatto riferimento al comportamento reiteratamente irrispettoso, disturbatore e rappresentativo di scherno verso le Istituzioni». (*LEAS*)


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