sabato, Aprile 20, 2024

L’addio in silenzio durante il lockdown

Nei quasi due mesi di restrizioni per contenere il contagio da Coronavirus sono dodici i concittadini jatini e sancipirellesi che se ne sono andati. Nessuna di queste morti è direttamente legata al Covid-19, ma ne è stata inevitabilmente condizionata. Così come prevedono i decreti non è stato -infatti- possibile celebrare funerali. Il rischio di assembramento e contagi ha interrotto una ritualità catartica che da sempre ha lo scopo di aiutare i vivi a rielaborare il lutto.

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La paura del Covid-19, impedendo le esequie, ha reso in tal senso la morte ancora più crudele. Otto funerali non celebrati a San Giuseppe Jato e quattro a San Cipirello. Un nostro lettore, Pierluigi Basile, ci ha inviati dei versi dedicati ad una delle persone scomparse: Angela Barone in Ferretti, 76 anni originaria di Roccamena, morta a San Giuseppe Jato il 30 marzo scorso. Madre di 11 figli, abitava a San Giuseppe Jato. Era “una donna delle pulizie”, conosciuta e rispettata in paese. Oggi, nel trigesimo della sua morte, abbiamo deciso di pubblicarli per ricordare lei e, simbolicamente, tutti gli altri sancipirellesi e jatini che ci hanno lasciato in silenzio.

Ode alla signora Ancilina
(di Pierluigi Basile)

Madre dolorosa, nei
solchi amari scavati
sulla carne dai giorni
io ti canto.

Io canto di lacrime e
detersivi che lavano via
scale d’altri e i tuoi pensieri,
aggrovigliati alle mani conserte

imploranti una tregua
al mondo ingiusto, alle fatiche
che hanno trascinato un corpo
minuto, ogni santo minuto.

Il silenzio a cui confidasti
le tue pene, in punta di voce,
ti ha accolto per sempre
e nemmeno un vociare

di campane, un corteo
fino alla Croce ti ha
salutato, sola nell’ora
degli addii lacrimosi sei rimasta.

Ma io questo canto, non
l’eroiche imprese di uomini
illustri, con metafore
ardite e rime preziose.

Io voglio scacciare
il vuoto immobile di
una morte senza funerale,
chiamare Storia anche questo

lottare senza gloria.
E vorrei le mie parole povere
in processione suoi tuoi passi,
nelle strade deserte del paese

a ricordare Ancilina,
lavascale e donna di pulizie,
che ebbe mille case e un cuore
puro e affranto di madre dolorosa.



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