giovedì, Aprile 25, 2024

Un centro anti-violenza nell’ex casa del boss

SAN CIPIRELLO. L’ex casa degli Agrigento diventerà un centro di accoglienza per donne vittime di violenza. L’intervento, presentato del Comune, è stato ammesso a finanziamento da parte del Ministero dell’Interno: 1 milione e 152 mila euro per una palazzina di tre piani da circa 100 metri quadri ciascuno. Il progetto, che sarà finanziato nell’ambito del Pon Legalità 2014/2020, servirà a ristrutturare l’immobile appartenuto all’ex boss Giuseppe Agrigento.

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A darne notizia è il sindaco Vincenzo Geluso, che ha espresso “soddisfazione”. L’immobile, da anni assegnato al Comune, ha ospitato finora gli uffici della Soat dell’assessorato regionale dell’Agricoltura. Dopo l’intervento, grazie al progetto denominato “Iside”, ospiterà un centro per donne vittime di violenza e per la lotta contro il femminicidio. I fondi arrivano attraverso il Pon Legalità 2014/2020 per progetti con finalità di inclusione sociale.

Nell’ambito di un bando rivolto ai Comuni della Regione siciliana già in possesso di immobili confiscati alla criminalità organizzata. La casa che sorge in via Sanfilippo era già stata oggetto di riqualificazione dopo la confisca. Ed ha ospitato in questi anni associazione, una ludoteca e tuttora accoglie gli uffici dell’assessorato all’agricoltura. Adesso, grazie al milione di euro del Ministero dell’Interno, l’immobile sembra destinato ad una definitiva e costosa riqualificazione.

Analoghi progetti in passato sono stati, infatti, realizzati nel territorio con somme più contenute: un Centro di accoglienza per ragazze madri, nel 2017 a San Giuseppe Jato, è costato 350 mila euro. La struttura si trova in via Falde e sorge nell’ex casa di Balduccio Di Maggio. Lo stesso sono stati realizzati con la stessa cifra e inaugurati due pronto soccorso sociale: uno in un immobile di contrada Traversa, a San Giuseppe Jato; l’altro in contrada Piano Piraino a San Cipirello. Delle tre strutture solo una finora è entrata in funzione.

L’immobile di via Sanfilippo venne confiscato nel 1995 dopo l’arresto di Giuseppe Agrigento. L’allora capomafia di San Cipirello, dopo due anni di latitanza, venne trovato nascosto insieme al fratello Gregorio all’interno della sua abitazione. Dove era stata realizzata una contro-parete ed una botola per sfuggire ai controlli. Agrigento, tra i tanti delitti commessi, nel ’92 avrebbe trovato e trasportato l’esplosivo per la strage di Capaci.

LEANDRO SALVIA



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