SAN GIUSEPPE JATO. Ventotto anni fa a uccidere Giuseppe Di Matteo, su ordine dell’allora boss latitante Giovanni Brusca, furono Vincenzo Chiodo, Enzo Brusca e Giuseppe Monticciolo. I tre affiliati della cosca mafiosa che, dopo avere strangolato con una corda il ragazzino, si baciarono e andarono a dormire nello stesso letto. Il materasso in cui dormiva il piccolo ostaggio venne bruciato insieme ai suoi indumenti. La corda rimase invece come “trofeo”. Il corpo di Giuseppe venne sciolto dentro un fusto pieno di acido nitrico e i resti furono sparsi nel terreno che circondava il covo dei mafiosi.
Apertura del parco Di Matteo, incontri e riflessioni al Giardino della Memoria
Domani, nel 28° anniversario della sua uccisione, Comune e associazioni ricorderanno con diverse iniziative il piccolo Di Matteo. Alle ore 9, al Giardino della Memoria, dove il ragazzino venne tenuto prigioniero e ucciso, ci sarà un momento di raccoglimento. A organizzarlo è il locale presidio di Libera Valle Jato in collaborazione con i promotori del progetto “Nuovo giardino della memoria”. L’ex bunker resterà aperto e sarà visitabile fino alle ore 17.
Alle ore 10 è previsto un incontro organizzato dal Comune nell’aula “Pio La Torre”. Di qui ci si sposterà nel vicino “Parco urbano Giuseppe Di Matteo”. L’opera, avviata lo scorso anno durante la gestione commissariale del Comune, è stata completata nei mesi scorsi. Domani verrà invece inaugurata dalla nuova amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Siviglia. Finanziato con 864 mila euro del Ministero dell’Interno, il parco si estende su un’area di 7 mila metri quadri di terreno confiscati alla mafia, compresa tra la ludoteca e l’ex Casa del fanciullo. All’interno del parco sono stati piantumati 262 alberelli ed è stata realizzata un’area giochi. Alle ore 11 e 30, alla scuola media “Riccobono”, si terrà invece un incontro organizzato dal locale presidio di Libera con lo scrittore Martino Lo Cascio, autore del libro “Giardino della memoria”.
