venerdì, Aprile 26, 2024

Corleone, in fiamme l’auto del Comune. Era stata confiscata a Borgetto

CORLEONE. “Non ci scoraggiamo e saremo ancora di più impegnati per il rispetto e l’applicazione delle regole”. A dirlo è il sindaco Nicolò Nicolosi all’indomani dell’incendio che ha distrutto l’auto di rappresentanza del Comune. Domenica mattina, poco dopo le 6, ignoti hanno dato alle fiamme la Toyota Rav 4 in dotazione al primo cittadino, agli assessori e al presidente del consiglio comunale.

Pubblicità

Il Suv era stato confiscato ad un detenuto per reati di mafia di Borgetto ed assegnato nel maggio di due anni fa all’amministrazione corleonese. A farne richiesta erano state le commissarie a cui erano state affidate le sorti del Comune dopo lo scioglimento per infiltrazione mafiosa. Domenica l’auto era parcheggiata in via Collegio, dietro il municipio, dove non ci sono telecamere di videosorveglianza. A lanciare l’allarme sembra siano stati alcuni passanti. Sul posto sono così intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento e i carabinieri di Corleone. Che adesso indagano. Il Suv è quasi completamente distrutto. Il mezzo, immatricolato nel 2004, era l’unico veicolo in uso agli amministratori comunali.

“Siamo dispiaciuti perché il percorso finalizzato ad affrancare la comunità da una matrice mafiosa dovrebbe essere conveniente a tutti”, commenta il sindaco. Che parla di un “gesto legato a vecchie logiche che però non ci scoraggia. Ho 77 anni e ho conosciuto stagioni peggiori”. E se sulla matrice dolosa non ci sono dubbi, rimane ancora da capire il movente dell’incendio. “Stiamo applicando le regole e facendo pagare le tasse a tutti e le nuove generazioni sono con noi”, sottolinea Nicolosi.


Di “un chiaro atto intimidatorio” parla il presidente del Consiglio comunale Pio Siracusa. “Questo mezzo – ha detto – era stato dato in utilizzo al Comune grazie alla richiesta fatta dai Commissari Straordinari, all’Agenzia dei Beni Confiscati. Tale atto dimostra che il cammino di legalità e giustizia intrapreso da questa amministrazione sta andando nella direzione giusta e questo ignobile messaggio mafioso ci spinge ad intensificare ancor di più la lotta alla corruzione e all’illegalità che abbiamo intrapreso”.

Il mese scorso a Corleone c’era stata la visita della Commissione nazionale antimafia nella via dedicata a Cesare Terranova, dove abita la vedova Riina. A guidare la delegazione c’era il senatore Nicola Morra. E pochi giorni dopo era stata conferita la cittadinanza onoraria al prefetto Antonella De Miro e a Giovanna Termini, Rosanna Mallemi e Maria Cacciola. Le tre commissarie straordinarie che hanno guidato il Comune tra il 2016 e il 2018 dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Erano state loro a volere dedicare la strada in cui abitava il “capo dei capi” alla memoria del giudice ucciso dalla mafia. Il conferimento della cittadinanza è stato approvato dal consiglio comunale il 2 settembre scorso.

“Il prefetto di Palermo e le commissarie straordinarie – si legge nella motivazione -, nell’esercizio delle rispettive funzioni attribuite dalla legge, si sono contraddistinte nell’azione di prevenzione e di contrasto al crimine organizzato di stampo mafioso e nell’azione di ripristino e di rafforzamento della legalità nel territorio, costituendo esempio di un percorso virtuoso finalizzato a restituire dignità e onore alla comunità corleonese”. (LEAS)

Giornale di Sicilia del 31/12/2019

Pizza in Piazza


Altri Articoli interessanti

- Adv -

News Popolari