venerdì, Aprile 26, 2024

Da San Cipirello un patto per impedire le infiltrazioni mafiose nei Comuni

L’obiettivo è “restituire dignità a un territorio e saldare il rapporto di fiducia con le istituzioni

Pubblicità
Marino assicurazioni


San Cipirello, 23 gennaio 2020. “Abbiamo scelto un luogo simbolico per lanciare un appello alla cittadinanza attiva”, ha spiegato Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre, ieri sera in aula consiliare. Il Consiglio comunale di San Cipirello il 19 giugno dello scorso anno è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.

“E’ solo uno degli 80 Comuni sciolti in Sicilia per infiltrazioni dal 1991 – ricordato Lo Monaco -, e nella sola provincia di Palermo non mancano i casi plurimi, come il Comune di Misilmeri, sciolto 3 volte e quelli di Altavilla Milicia, Bagheria, Cerda e Villabate, sciolti 2 volte. Questi erano centri antifascisti dove si è costruita la democrazia, siamo qui per non disperdere questo patrimonio. Siamo qui per avviare una riflessione e per accendere la ribellione civile di tutti i democratici, contro mafia e corruzione”.

L’occasione è stata la conferenza organizzata insieme ad Acli, Cgil, Cisl e Uil, col patrocinio del Comune commissariato. Ed in tanti hanno preso parte all’assemblea, che si è tenuta in un’aula gremita. L’obiettivo è “restituire dignità a un territorio e saldare il rapporto di fiducia con le istituzioni con un polo di alta formazione per consiglieri e dirigenti e un osservatorio sovra-comunale sulla criminalità organizzata aperto alla cittadinanza”. All’assembla hanno preso parte i le tre commissarie che guidano il Comune. “Siamo al lavoro per creare prospettive per i giovani, l’osservatorio sarà uno dei punti di riferimento per il territorio. Speriamo che questo sia il primo passo per un percorso condiviso con la cittadinanza, alle parole preferiamo le azioni”, ha detto il viceprefetto Esther Mammano. Al suo fianco il viceprefetto aggiunto Federica Nicolosi e alla funzionaria economico-finanziaria Concetta Maria Musca.

A promuovere l’iniziativa anche Acli, Libera e i sindacati: “Rallentamento burocratico, mancanza di piani strategici per lo sviluppo, leggi poco chiare sugli appalti sono debolezze che lasciano spazio alle infiltrazioni mafiose. Se colmiamo questi vuoti si può avviare un percorso di legalità e trasparenza amministrativa che non può che giovare alla vita dei cittadini. La mafia ha due nemici: la scuola e il lavoro, e noi dobbiamo fare in modo che il percorso di liberazione dai condizionamenti mafiosi avvenga attraverso questi due fondamentali elementi”, hanno affermato i segretari di Cgil Palermo Enzo Campo, Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e Agostino Fascellaro, della Uil Fpl Palermo.

“Quando si scioglie un comune per mafia una comunità cade nello sconforto – hanno detto Antonino Tranchina e Francesco Todaro, delle Acli di Palermo e provincia – il decreto su San Cipirello rivela un malessere sottovalutato negli anni”. “Siamo qui per non lasciare soli chi ha avuto la vita spezzata dalla criminalità – ha detto Caterina Pellingra, referente per Libera del presidio Valle dello Jato – solo facendo fronte comune si possono creare quegli anticorpi capaci di mettere al riparo la cosa pubblica dalle infiltrazioni mafiose, a San Cipirello come in ogni altro luogo”. E tanti sono stati gli interventi dal pubblico, che annoverava tra i presenti l’arciprete Giuseppe La Franca, il sindaco di San Giuseppe Jato Rosario Agostaro e buona parte della sua giunta, il sindaco di Camporeale Gigi Cino e gli ex sindaci jatini Giuseppe Siviglia e Davide Licari.



Altri Articoli interessanti

- Adv -

News Popolari