domenica, Aprile 28, 2024

Dalle recite in parrocchia alla prima serata in Tv. L’attore Filippo Luna si racconta alla sua Jato

Nella serie tv “Makari”, in onda da domani sera su Raiuno, vestirà i panni del vicequestore Randone. “Non farò né la parte del mafioso né mi ammazzeranno anzitempo”, scherza l’attore Filippo Luna. Cinquantaduenne originario di San Giuseppe Jato, l’artista è tornato da alcuni mesi nel suo paese d’origine, dove ha mosso i primi passi. “Il mio appartamento a Palermo è in ristrutturazione – racconta – e ne ho approfittato per stare accanto a mia madre e alla mia famiglia”. Venerdì scorso Luna è stato ospite in collegamento del “meet dello Jato”, il gruppo “on-line” nato durante la “zona rossa” e che mette insieme impiegati, liberi professionisti, insegnanti, studenti e commercianti di San Giuseppe Jato e San Cipirello.

Pubblicità
Officina Inzirillo


Il ragazzino che sognava di finire in Televisione

E’ stata così l’occasione per ritrovare vecchi amici d’infanzia e il calore, seppur virtuale, della sua comunità. Forse anche per questo il noto attore si è raccontato per oltre un’ora “senza maschere”. Dagli inizi, nel saloncino parrocchiale di padre Giglio, all’incontro con Giusto Monaco, che lo porterà con sé alla Scuola di Teatro dell’Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa. “Sono diventato attore per ripicca – ricorda Luna -. Nel 1980, all’età di 12 anni, dissi a mio padre contadino che volevo fare il ballerino. Non mi rispose neanche. Così, alla prima occasione, salii su un palco per recitare”. L’opportunità venne a San Giuseppe Jato, alla metà degli anni Ottanta, con una compagnia amatoriale che portava in scena “Voculanzicula” di Martoglio e “Il berretto a sonagli” di Pirandello. “Vidi per la prima volta– racconta l’attore – il mio nome in un trafiletto del Giornale di Sicilia e capii che ce la potevo fare”. Ed il tempo gli ha dato ragione.

Filippo Luna durante l’incontro in video chiamata su “Meet dello Jato”


Da “Le mille bolle blu”, a teatro, al Commissario Montalbano in televisione, passando per “Nuovomondo” al cinema. Ma non è stato sempre tutto facile per quel “ragazzino che guardando la Tv sognava di starci dentro”. E che ricorda: “non volevo andare al primo provino a Siracusa, che poi feci di nascosto dalla mia famiglia”. Ma anche, in seguito, altre difficoltà. Perché lo spettacolo non è solo luci ed applausi. E’ fatto anche di sacrifici e solitudini. “Per tre anni avevo smesso di recitare – racconta -. E per un po’ feci tele-marketing a Roma ed il barman a Palermo. Poi un giorno entrò nel locale Mimmo Cuticchio che mi propose Ninnarò”. E sono stati tanti gli “sliding doors” nel destino di Filippo Luna, apprezzato artista di fama nazionale. “Qualcuno mi accusa di essere un po’ snob perché rifiuto alcune parti. La verità – ha detto – è che ritengo si debba puntare alla qualità più che alla quantità, e non solo nel mondo dello spettacolo”.
LEANDRO SALVIA



Altri Articoli interessanti

- Adv -

News Popolari