domenica, Aprile 28, 2024

Un fiume carsico di polvere bianca

C’è un fiume silenzioso che attraversa San Cipirello e San Giuseppe Jato. E non è quello di cui parlano le mappe topografiche e che dà il nome alla valle. E’ un fiume carsico di polvere bianca che scorre sotterraneo, ma riemerge tra le vie e le piazze dei due centri limitrofi. E’ fatto di cocaina, un tempo considerata la droga dei ricchi, ma che sembra ormai aver abbattuto le differenze diastratiche, almeno nei consumi di droga. Si è infatti “inflazionata” per abbracciare fette più ampie di mercato. Dal 2009 ad oggi i prezzi si sono quasi dimezzati. Così sembra che bastino circa 15 euro per una microdose da 0,2 grammi di cocaina e 50 euro per un grammo.

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Il fenomeno è nazionale, ma non riguarda solo i grandi centri urbani. La polvere bianca è arrivata anche nei piccoli comuni di provincia, come San Cipirello e San Giuseppe Jato. Dove a sniffare sono uomini e donne, ragazzi e ragazze di diverse fasce di età. Il consumo di cocaina incalza ormai quello della droghe “evergreen”, come marijuana e hashish.

Arresti e sequestri messi a segno dai carabinieri

Una prima conferma arriva dalle operazione messe a segno in questi ultimi anni dai carabinieri delle locali stazioni, che fanno capo alla compagnia di Monreale. Nel settembre del 2021 venne arrestato a San Cipirello un diciottenne trovato in possesso di 4,5 grammi di cocaina suddivisa in 20 dosi. Tra febbraio e marzo di quest’anno in prigione finì due volte un ventunenne: la prima volta, i carabinieri trovarono nella sua abitazione 31 dosi di marijuana e un panetto di 120 grammi di hashish; la seconda volta, 240 grammi di hashish e materiale per il confezionamento.

Ma l’operazione più significativa per comprendere l’entità del fenomeno è arrivata ad aprile con l’arresto di un quarantasettenne. Nella sua abitazione, dentro un congelatore, vennero scoperte 70 dosi di cocaina. I militari, che trovarono 1.600 euro in contanti, sequestrarono anche una pistola a tamburo calibro 38 con matricola abrasa.

Serve una presa di coscienza civica

Un’altra conferma sul consumo di sostanze stupefacenti è data però anche dalla nonchalance con cui i giovani pusher si muovono per le vie e le piazze dei territori jatesi. Una di queste a San Cipirello è piazza Matrice che, dopo la prolungata “zona rossa”, sembra essere diventata una zona franca. Lo stesso sembra avvenire tra gli angoli più caotici, e quindi più mimetici, della cosiddetta “movida jatina” di San Giuseppe Jato.

A contrastare il fenomeno, come abbiamo visto, sono i carabinieri che hanno messo a segno arresti e sequestri. Ma le operazioni militari da sole non bastano. Serve una presa di coscienza civica. Chi consuma cocaina non può non sapere che finanzia il mercato illecito degli stupefacenti gestito dalle famiglie mafiose. Per le quali spacciare è più redditizio delle estorsioni. Ed è meno rischioso: il consumatore di stupefacenti, che lo interpreta come un servizio, non denuncia il proprio “rider della droga”. Perchè le consegne si fanno anche a domicilio. E il servizio delivery sembra riscuotere consensi, oltre che denaro.    

Così Vallejatonews ha scelto di non diventare complice del silenzio. In questa, come in altre vicende in passato, abbiamo alzato il volume di quelle voci sussurrate da chi, preoccupato, assiste ad un fenomeno che i nostri territori hanno già conosciuto. E al quale hanno pagato un doloroso tributo di vite umane.

Non si può dunque continuare a far finta di non sapere, né limitarsi a mettere un “mi piace” quando la cronaca racconta le operazioni antidroga. A breve, in vari punti del centro abitato, arriveranno le telecamere di sorveglianza installate dai Comuni in accordo con la Prefettura. Ma potrebbero non essere sufficienti. Per fermare il fiume di cocaina non basta “Il Grande Fratello”. Servono padri e servono madri.

Leandro Salvia

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