sabato, Aprile 27, 2024

San Cipirello, riassegnato al Comune l’ex frantoio confiscato alla mafia

SAN CIPIRELLO. Riassegnato al Comune l’ex frantoio della famiglia Agrigento. La consegna ufficiale è avvenuta nei giorni scorsi in contrada Gianvicario, dove si trovano l’immobile e tre lotti di terreno confiscati alla mafia nel 1997. La struttura, adibita a frantoio ma in abbandono da anni, è stata ridestinata al Comune che la affiderà al Consorzio Sviluppo e Legalità. L’obiettivo è riutilizzarla per fini sociali. L’ipotesi finora più accreditata è che possa servire per completare la filiera dei prodotti agricoli provenienti dai beni confiscati alla mafia. L’immobile è diviso su due elevazioni: al piano terra c’è un magazzino ormai privo di impianti e al primo piano ci sono gli uffici pieni di vecchi documenti e una terrazza panoramica.

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“Faremo al più presto un bando per l’assegnazione affinché possa essere funzionale”, fa sapere il sindaco Vito Cannella, che ha ricevuto la consegna delle chiavi da Alberto Finocchiaro della direzione regionale dell’Agenzia del Demanio. Alla consegna erano presenti anche il presidente del Consiglio comunale, Marianovella Termini, e l’assessore Mariarosa Miccichè. Nell’ottobre del 2022 il Comune aveva manifestato l’interesse all’acquisizione del bene. Un anno dopo è arrivato il via libera del consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata. Prima è stato necessario però revocare l’affidamento all’associazione produttori olivicoli “Assolivo”, che dal novembre del 1997 aveva preso in affitto il frantoio confiscato a Gregorio Agrigento.

Per anni è stato gestito dall’Assolivo, poi la crisi e l’abbandono

Ad assegnare il bene furono il Comune di San Cipirello e l’amministratore giudiziario. C’era, infatti, il rischio che il bene, fermo da circa tre anni, venisse depredato. Per alcuni anni il frantoio funzionò e fu un esempio positivo di riutilizzo dei beni confiscati. Nel 2000 cominciarono i primi problemi e arrivarono alcuni licenziamenti. La crisi si protrasse fino al 2017, anno in cui l’associazione produttori venne messa in liquidazione. I locali del frantoio continuarono in qualche modo a essere utilizzati e sembra abbiano ospitato anche la cooperativa “Oleum Sicilia”, che però smentisce: “La nostra cooperativa – fa sapere Mario Terrasi – non è mai stata in quell’immobile”. All’interno del magazzino ci sono ancora però degli scatoli con le latte di alluminio consegnati alla cooperativa nel febbraio 2019. “Non ho idea di come siano finiti lì”, ci dice Terrasi, che fino al 2017 è stato dipendente di Assolivo.

Il 2 marzo del 2020, nove giorni prima del lockdown, il bene venne riconsegnato all’Agenzia del demanio da un ex consigliere dell’Assolivo. Ormai in disuso e privo dei macchinari, l’immobile e i terreni circostanti fanno adesso parte del patrimonio comunale. (LEAS)


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